L’ecografia transvaginale è una tecnica diagnostica per immagini, che indaga la morfologia e lo stato di salute degli organi genitali interni femminili.
A differenza dell’ ecografia transaddominale, per eseguire l’ ecografia transvaginale non è necessario il riempimento vescicale, anzi va eseguita a vescica vuota, con conseguente minor disagio per la paziente. Un altro vantaggio è dovuto al fatto che l’approccio transvaginale consente di ricavare immagini più precise e dettagliate data la vicinanza della sonda alle strutture da esaminare, e vista la mancanza degli organi e dei tessuti incontrati nella via transaddominale (come appunto la vescica e lo strato adiposo, problematico nelle donne obese). Inoltre, grazie all’impiego di frequenze più elevate (≥5 MHz), l’ecografia transvaginale permette di ottenere dettagli anatomici dell’utero, delle ovaie e dell’endometrio che non possono essere riprodotte con la ecografia transaddominale. A volte, comunque, ecografia transvaginale ed ecografia pelvica transaddominale vengono utilizzate congiuntamente per ottenere una visione globale dello stato di salute degli organi pelvici.
Indicazioni all’esame ecografico ginecologico
L’Ecografia transvaginale può essere eseguita in qualunque fase del ciclo, ma dal momento che a ciascuna fase corrisponde un aspetto particolare degli organi interni, sarà utile per ginecologo conoscere la problematica per cui si vuole effettuare il controllo in modo da poter individuare il periodo ideale per eseguire l’ecografia.
Le finalità dell’ecografia transvaginale sono molteplici: può essere richiesta per un semplice controllo o per il monitoraggio di pazienti sottoposte a terapie mediche/chirurgiche, è utile in presenza di dolore o gonfiore al basso ventre, irregolarità del ciclo mestruale, amenorrea, dismenorrea, sindrome pre-mestruale, sanguinamenti anomali, … un’ecografia pelvica transvaginale puo’ essere indicata nel percorso diagnostico di patologie disunzionali ed infettive, nel monitoraggio di neoformazioni uterine o ovariche, sarà utile inoltre nel monitoraggio dell’ovulazione, nella diagnosi di forme tumorali e nella diagnosi di infertilità .
L’esame comprende lo studio dell’utero, dell’endometrio, delle ovaie e delle regioni annessiali. La valutazione dell’utero consente di stabilirne le dimensioni, l’ecostruttura, l’eventuale fresenza di fibromi o miomi, di cui si dovranno precisare la sede, le dimensioni, le caratteristiche e la vascolarizzazione.
Segue lo studio dell’endometrio , di cui si valuta lo spessore e l’aspetto in relazione alla fase del ciclo (follicolare, periovulatoria, luteale). La presenza di neoformazioni endocavitarie dovrà essere descritta specificandone sede, dimensioni e caratteristiche; in caso di dubbio la diagnosi dovrà essere confermata mediante l’impiego della sonoisterografia o della Isteroscopia
La descrizione dei caratteri dell’ovaio deve comprendere la biometria e l’ecostruttura. In età fertile particolare attenzione andrà posta nel rilevare la sincronicità tra modificazioni dell’ovaio, modificazioni dell’endometrio e fase del ciclo. Eventuali neoformazioni dovranno essere descritte per dimensioni e caratteri: margini, contenuto, presenza di setti sottili o spessi, presenza di vegetazioni o di aree solide, vascolarizzazione.
Le tube in condizioni normali non sono visualizzabili.